Espo
Espo | |
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Localizzazione | |
Nazioni attraversate | Russia |
Inizio | Taishet |
Fine | Oceano Pacifico |
Informazioni generali | |
Tipo | non disponibile |
Informazioni tecniche | |
Lunghezza | 4 700 km |
Capacità | 15 milioni di tonnellate annue |
Il progetto Espo, l'oleodotto Siberia orientale-Oceano Pacifico, prevede la creazione di un oleodotto che metterà in congiunzione la città di Taishet, nella regione russa di Irkutsk, a Kozmino, sulla costa del Pacifico, per consentire il trasferimento del greggio dei giacimenti siberiani verso i mercati asiatici, in particolare quello giapponese.[1]
Le condutture copriranno una distanza di 4.700 chilometri, rendendo l'Espo la più estesa infrastruttura petrolifera del mondo.[1]
La prima parte dell'opera, tra Taishet e Skovorodino è stata completata. La seconda, da Skovorodino a Kozmino, dovrebbe concludersi nel 2013.[1]
Il progetto prevede anche una diramazione meridionale, che attraverso Mohe, al confine russo-cinese, raggiungerà il terminal petrolifero di Daqing, nella provincia di Heilongjiang, divenuto ormai un centro strategico di primo piano dello sviluppo cinese.[2]
Il ramo dell'oleodotto che si stacca dall'Espo per raggiungere la frontiera cinese e da qui arrivare a Daqing è lungo circa 70 chilometri. La sua capacità, secondo gli accordi sottoscritti dal premier russo Vladimir Putin e da quello cinese Wen Jiabao nel quadro del terzo Forum economico russo-cinese, sarà di 15 milioni di tonnellate all'anno. La costruzione dell'oleodotto ha coinvolto la società russa Transnfet, che ha il monopolio degli oleodotti russi, e la grande compagnia statale cinese gas-petrolifera CNPC. I lavori per la diramazione cinese sono iniziati ad aprile 2009, quando Mosca e Pechino si sono accordate su un maxi-prestito da parte cinese da 25 miliardi di dollari, da ripagare attraverso le forniture di greggio. L'intesa ha posto fine a 14 anni di negoziati tra i due Paesi, iniziati nel 1996 dal presidente russo Boris Yeltsin e protrattisi per quasi tre lustri a causa dell'alternarsi di ritardi e ostacoli di natura tecnica, politica ed economica.[2]