Cementificio Marchino
Cementificio Marchino | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Prato |
Indirizzo | via Firenze |
Coordinate | 43°51′56.85″N 11°07′57.3″E43°51′56.85″N, 11°07′57.3″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1926 |
Uso | Cementizia |
Realizzazione | |
Ingegnere | Attilio Muggia, architetto Leone Poggi |
Committente | Società "Marchino" di Casale Monferrato |
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La ex-Cementificio Marchino, noto semplicemente come La Cementizia di Prato, è un complesso produttivo addossato al versante sud della Calvana. È posto a metà strada tra le località "Le Macine" e "La Querce" sulla strada pedemontana che collega Prato con Calenzano (via Firenze).
Storia
Fu realizzato nel 1926 per l'azienda produttiva "Marchino" di Casale Monferrato che si avviava a diventare una delle realtà produttive più importanti del settore.[1] Sfruttando la marna estratta dalla Calvana, il cementificio produceva calce e cemento. Il progettista del complesso fu l'architetto Leone Poggi, anche se un ruolo importante nel progetto dovette averlo l'ingegnere Attilio Muggia, pioniere italiano del calcolo del cemento armato.[2]
Dopo aver subito danni bellici, il cementificio ha smesso definitivamente la produzione nel 1956 ed è stato per lungo tempo abbandonato.
Descrizione
Il complesso si trova all'interno di un'area sottoposta a vincolo paesaggistico.
Il complesso produttivo con le sue alte torri delle canne fumarie domina il paesaggio tra Prato e Calenzano stagliandosi sulla montagna con la mole dei suoi impianti, visibili dalla piana tra Prato e Firenze, da molti chilometri di distanza, rappresentando un importante esempio di archeologia industriale. L'impianto è costituito da vari edifici ed infrastrutture caratterizzate dalle murature in mattoni, ed in pietra alberese, oltre che in cemento armato.
Recupero
Di recente è stato oggetto di un discusso piano di recupero di iniziativa privata, proposto dalla società pratese Valore S.p.A. e approvato dall'amministrazione comunale, che prevede la demolizione dei capannoni posti più in basso per realizzare tre nuovi edifici di 7/8 piani, destinati a residenze e a struttura alberghiera, ad attività commerciali e servizi, la realizzazione di numerosi parcheggi, il recupero a Centro per la Musica del cosiddetto capannone del clinker, la realizzazione di varia viabilità a diversi livelli del ripido pendio della Calvana, geologicamente fragile.
Note
- ^ In seguito, incorporando varie altre aziende, diventerà l'attuale Unicem.
- ^ AA.VV., Memoria e restauro dell'architettura, pag. 122, 2005
Bibliografia
- Gabriella Orefice, Cementificio Marchino, p. 142-143 in: AA.VV., “Luoghi e immagini dell'industria toscana – Storia e permanenze”, Venezia, 1993.
- Isola G., Cozzi M., Nuti F., Carapelli G., 1994, Edilizia in Toscana fra le due guerre, Firenze
- Claudio Cerretelli, Prato e la sua provincia, Prato, 1996.
- Francesco Gurrieri, Claudia Massi, Valerio Tesi, Le Cattedrali dell'industria, Firenze, 20
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Collegamenti esterni
- Scheda su "Architetture del '900", Regione Toscana, su web.rete.toscana.it.